Il carbonio appare oggi come l’ultima frontiera, lo stato dell’arte, il materiale cioè più recente e che ha ancora le maggiori potenzialità inespresse e, anche risulta ormai disponibile a tutti, il suo impiego nasconde problematiche che possono essere risolte solo con un grosso sacrificio tecnologico, che comprende un’attenta analisi delle proprietà del materiale, la realizzazione di uno stampo, e il collaudo del prodotto realizzato.
E’ bene precisare che quando si parla di carbonio si intende in realtà un composto realizzato da fibre di carbonio come componente strutturale e da resina epossidica. Quest’ultima funge in pratica da cemento che unisce le fibre. Qui sta infatti la netta differenza del carbonio rispetto a tutti gli altri materiali: mentre normalmente si realizzano prodotti di metallo composti da varie parti saldate assieme, con il carbonio il metodo di realizzazione parte da “pelli” composte da fibra di carbonio preimpregnata di resina che viene modellata con stampi, dalle forme semplici alle più svariate, di geometrie derivanti sia da analisi tecniche e strutturali che da parametri estetici.
All’interno dello stampo vengono stese le pelli e in base allo spessore e, fatto di fondamentale importanza, all’orientamento di queste ultime, si possono determinare punto per punto le caratteristiche di resistenza ed elasticità del prodotto da realizzare. Orientando opportunamente le fibre, anche a pari spessore del materiale, si ottengono caratteristiche di resistenza e rigidità ben diverse e di gran lunga superiori rispetto ai materiali classici. Il materiale viene poi compresso in autoclave e scaldato; la resina catalizza e si indurisce.
Va infine detto che le tecnologie di lavorazione del carbonio sono ancora agli inizi e che la continua diffusione di questo materiale in settori estremi come la Formula 1 o l’aeronautica avrà sicuramente come effetto un miglioramento delle tecnologie e una diminuzione dei costi del materiale.